Ultime notizie

6 Luglio 2015

Che aria tira sull'immobiliare: i protagonisti su Repubblica AF Monitorimmobiliare

di Maurizio Cannone per Repubblica Affari&Finanza

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Monitorimmobiliare, insieme a Repubblica Affari&Finanza e Borsa Italiana, continua l’avvicinamento alla nuova edizione di RE Italy, la Convention del Real Estate italiano, mantenendo alta l’attenzione sul settore da parte del grande pubblico.

Leggi l’articolo in edicola oggi su Repubblica Affari & Finanza

La qualità ha già superato la crisi

Circola ottimismo nel settore immobiliare. Che siano abitazioni, uffici, box auto, alberghi o qualsiasi altra tipologia, sembra che la fase di recupero dopo anni bui sia davvero cominciata. Resta da verificare se sia una vera ripartenza o solo l’effetto dell’aver toccato il fondo e quindi non si può che migliorare. Comunque sia, si riparte da livelli davvero modesti se si considera che il numero di compravendite rispetto ai massimi di 8 anni fa si è dimezzato. E i prezzi medi delle abitazioni sono in costante calo, il che favorisce gli scambi. L’ultimo dato Istat parla di -3,4% nel primo trimestre 2015 rispetto a un anno prima. Un insieme di dati difficili da interpretare, meglio allora chiedere direttamente ai grandi operatori e agli specialisti impegnati sul campo.

Una sintesi puntuale arriva da Ivano Ilardo, amministratore delegato di Bnp Paribas Reim Sgr: “In questo momento qualsiasi immobile di qualità incontra il mercato pronto all’investimento. Se si trova in una buona location, è efficiente dal punto di vista tecnologico e offre buoni rendimenti, che sia un hotel o un’abitazione i compratori ci sono immediatamente. E credo che questo rappresenti un nuovo assetto del mercato, che vedremo per diversi anni: gli immobili di qualità (somma dei diversi fattori) in quanto scarsi vengono contesi dai compratori. I beni di scarso livello, invece, non trovano e non troveranno facilmente interesse”.

“Infatti la tendenza è verso il riuso degli immobili, non più nuove costruzioni ma usato da riqualificare completamente. Un mercato immenso, visto lo stock – secondo Roberto Busso, amministratore delegato di Gabetti PS.

Per quanto riguarda l’esistente, il mercato è frizzante nelle grandi città, in miglioramento le compravendite di qualche punto percentuale. Un segno di ripresa inequivocabile. Considerando poi che le banche hanno ripreso l’erogazione dei mutui, posso dire con certezza che la discesa è finita”.

Anche gli advisor internazionali presenti in Italia, sono d’accordo: la ripresa del mercato è cominciata. Anche se con qualche distinguo.

Secondo Raffaella Pinto, responsabile ufficio studi di CBRE, nella prima metà dell'anno gli investimenti hanno superato la soglia dei 3 miliardi favorita da un mix di fattori macro: le politiche monetarie globali, il recupero di credibilità politica del Paese, l’avvio di riforme strutturali e un repricing dell’asset class immobiliare. “Tutto ciò rende l'immobiliare particolarmente attraente per gli investitori, che hanno oggi una migliore percezione delle caratteristiche dell’economia italiana, pur con le sue dinamiche di scarsa crescita”.

Dello stesso avviso Claudia Buccini responsabile analisi di Cushman&Wakefield:

“Che il mercato immobiliare italiano stia attraversando un momento positivo per quanto riguarda gli investimenti è dimostrato non solo dai volumi registrati nella prima metà del 2015, in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma soprattutto dal crescente interesse da parte degli investitori internazionali”.

In effetti si è passati da 1,8 mld investiti nei primi sei mesi del 2014 agli attuali 3-3,5 mld. E se raddoppiano gli investimenti qualcosa di positivo vorrà dire. O no?

“Siamo d’accordo, la ripresa è arrivata -spiega Cristiana Zanzottera, a capo della ricerca di JLL Italia. Il prodotto disponibile è in linea con gli standard internazionali e questo accresce il numero di players che si affacciano sul nostro mercato. Tuttavia è da segnalare che in questi primi mesi del 2015 le transazioni sono state chiuse da operatori già attivi da tempo in Italia, che sanno come sfruttare al meglio le peculiarità del nostro mercato”. In pratica gli investitori stranieri non arrivano all’improvviso, folgorati dal mercato. Sono operatori già presenti in Italia, che conoscono molto bene il Paese e quindi operano esattamente come un’azienda italiana. Quindi per una ripresa concreta serve poter contare su operatori italiani seri e affidabili.

“In quest’ottica vedo con estremo ottimismo il gran numero di società immobiliari che stanno per quotarsi in Borsa – dice Davide Albertini Petroni direttore generale di Risanamento. Aumenta la visibilità del mercato italiano e lo rilancia, favorendo lo scambio di beni tra operatori. Questa è la precondizione indispensabile perché la ripartenza del settore sia duratura. Gli investitori stranieri arriveranno di conseguenza”.  

E poi ci sono i fondi immobiliari, gli strumenti che nascono come investimento di lungo periodo, che potrebbero portare a una ripresa duratura. Secondo Scenari  Immobiliari, nel 2014 i fondi immobiliari italiani hanno superato quota cinquanta miliardi di patrimonio, registrando un incremento dell’11,5 per cento, rispetto all'anno precedente.

“L’elemento di grande importanza per il futuro è dato dalla presenza sul mercato di operatori privati che si sforzano di collocare prodotti di investimento innovativi, con sottostante immobiliare, a servizio dell’economia reale per lo sviluppo del territorio e dei cittadini che lo abitano” - dice Emanuele Caniggia, amministratore delegato di IDeA Fimit. In sintesi: immobili di alta qualità e location, insieme a strutture che servano allo sviluppo del territorio, non conoscono crisi. Il resto si basa sul prezzo: può trovare acquirenti, forse, solo a prezzi di saldo.

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi