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16 Febbraio 2018

Crediti in sofferenza: opportunità per generare nuovo valore

di Alessandro Bernini, Investment Manager di Focus Investments

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La crisi economico-finanziaria avviatasi nel 2008 ha influito pesantemente sulla generazione di sofferenze che hanno colpito in modo trasversale vari livelli della società. In particolare, gli anni seguenti il 2008 hanno visto molte aziende non riuscire più a ripagare i debiti e gli interessi dovuti ai propri creditori, ponendosi quindi in una situazione di insolvenza.

In molti di questi casi, il patrimonio immobiliare delle realtà in sofferenza ha avuto e continua ad avere un ruolo chiave, come fonte di liquidità ed elemento di negoziazione. Basti pensare che in Italia ci sono attualmente 357 mila immobili all’asta, derivanti da mutui o finanziamenti andati in sofferenza, per un valore di perizia stimabile intorno agli 88 miliardi di euro: si tratta di una mole immensa di case, appartamenti, ville e capannoni industriali. Gran parte di queste situazioni riguardano realtà industriali che hanno subito gli effetti negativi della crisi.

Un altro dato utile a comprendere l’entità della situazione ci arriva direttamente dalle rilevazioni della Banca d’Italia, secondo cui, i crediti deteriorati del leasing erano pari a un valore di 25,6 miliardi di euro lordi a fine 2016 su un totale di 93 miliardi di erogato (stime Assilea - Associazione italiana leasing). Nello specifico, 19,5 miliardi (il 76%) erano contratti di leasing immobiliare, di cui 12,7 miliardi (il 65%) erano classificabili come sofferenze.

Questi patrimoni immobiliari rappresentano un’opportunità per generare nuovo valore attraverso la loro gestione, valorizzazione e monetizzazione. Un’attività che va incontro alle esigenze di enti creditori e aziende in crisi: secondo gli ultimi dati di Abi, le sofferenze al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a ottobre 2017 si sono attestate a 66 miliardi di euro, un valore in forte calo rispetto a solo un anno prima: in particolare la riduzione è di poco meno di 23 miliardi rispetto agli 88,8 miliardi di novembre 2015 (massimo post crisi 2008).

I vantaggi creati dalla gestione di tali patrimoni da società come Focus Investments vanno inoltre a favore dei singoli cittadini che possono beneficiarne attraverso opere di riqualificazione urbana in grado di fornire nuovi spazi e servizi per la comunità.

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