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Perché l'immobiliare non conta niente. E se continua così sarà anche peggio in futuro
di Maurizio Cannone
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Perché aumentano le tasse sulla casa? Perché di investitori stranieri in Italia non si vede traccia, a parte le cavallette? Perché l’housing sociale è un argomento sconosciuto al grande pubblico?
E mille altre domande che hanno spiegazioni in apparenza banali, fondamentalmente dire che è colpa della crisi va bene sempre, ma che hanno invece un elemento comune: la comunicazione.
Il problema è che il settore immobiliare è assolutamente incapace di trasmettere il proprio pensiero al grande pubblico e di conseguenza al legislatore. E qui la responsabilità sta tutta, ma proprio tutta, in capo alle associazioni.
Questa mattina mia figlia di 5 anni ha voluto andare all’asilo col costume di carnevale. Era felice. Questo è l’atteggiamento del settore: non importa se l’evento a cui partecipo serve, l’importante è che mi metta in mostra. Anche verso pochi presenti, ma che faccia una bella figura. Che poi il messaggio passi davvero, è un problema dell’ufficio stampa. Incarico tra l’altro spesso assegnato per ragioni non certo professionali.
In definitiva alle singole imprese non interessa il bene del settore, ma il proprio. Un concetto banale e ovvio ma che serve ricordare. Perché le associazioni non possono nascondersi dietro le iniziative dei singoli associati, le devono fare in proprio. Ieri si è tenuto a Milano l’Hines Forum. Oggi la stampa riporta: Corriere della Sera, pag 41, una brevina di 5 righe; Il Sole 24 Ore pag. 35 ancora più breve; Libero a pag. 21 scende ancora a 3 righe; a confronto sembra gigantesco il pezzo di 15 righe di MF pag. 19.
Questo è il risultato di muoversi da soli. Che è normale per un’azienda, in questo caso Hines, ma non è tollerabile per le associazioni che la rappresentano. Lo stesso avviene al Mapic in questi giorni a Cannes (Monitorimmobiliare e Repubblica quest’anno non lo seguono per contestazione all’organizzazione e all’associazione di categoria). Lo stand Igd ospita una postazione video di un giornale con lo scopo dichiarato di promuovere gli operatori italiani. Ma come, l’organizzazione non ha spazi da concedere ai giornali? Cncc (l’organizzazione di categoria italiana) si rende conto che in questo modo penalizza tutte le altre aziende italiane presenti alla fiera? Va bene poter dire di aver fatto qualcosa e giustificare la propria esistenza ma almeno senza penalizzare gli altri associati.
Perché la stessa operazione fu fatta due anni al Mipim presso lo stand di Prelios, che non ci cascò l’anno dopo. L’anno dopo nel tranello ci cascò Federimmobilare, facendo imbestialire gran parte degli associati. Scelta consapevole più che tranello, legata probabilmente agli interessi e alle frequentazioni del presidente Gualtiero Tamburini e del suo vice Federico Oriana. Sarà un caso, ma alle elezioni di Federimmobiliare di ieri i due sono stati ringraziati per il lavoro svolto ma il nuovo presidente è Marzia Morena. In termini ruspanti, sono stati trombati. Chi sta parlando di Mapic e della presenza italiana alla fiera oggi? Nessuno, zero barrato. Sulla stampa non c’è traccia. Ma, come i bambini, è sufficiente organizzare un convegno, dire la propria in un video che non vedrà nessuno, a parte i parenti, per essere soddisfatti. Una soddisfazione effimera se si è i proprietari dell’azienda, importante invece se si è dei manager, dei dipendenti. Perché se l’azionista chiederà un giorno cosa hanno fatto, potranno sempre esporre l’articolo, il video o la targa del premio. Uno stratagemma valido fin quando l’azionista capirà che si tratta di fumo senza arrosto. Mossi da commozione nei confronti di questi poveri manager, in generale senza fare nomi dei singoli, consigliamo questo sito: www.similarweb.com. Inserite il nome del sito che vi ha intervistato e scoprirete quante persone lo leggono.
Così, tanto per sapere.
Cosa fanno le associazioni per la comunicazione? Assolutamente niente. E lasciano così spazio per iniziative pericolose. Un esempio che mi dà particolarmente fastidio. Sorgente, la società di Valter Mainetti che ha appena rimandato la quotazione in Borsa, da 4 anni finanzia un sito di informazione immobiliare. Formalmente non ne è proprietaria ma la sostanza è quella (sul tema torneremo in un prossimo articolo dettagliato). Visto che il modello di business non produrrà mai ricavi, la motivazione sarà un’altra. Assoimmobiliare crede davvero che sia un caso e non ha nulla da dire? La stessa Assoimmobiliare che non riesce a fissare uno straccio di comunicazione organizzata, senza avere il timore di ritorsioni (ma de che) da parte del primo che passa, chiunque sia. All’associazione è stato detto più volte: deve scegliere e attribuire il ruolo di comunicazione ufficiale. Come il Sole 24 Ore per Confindustria. Trasparente e inequivocabile. Se non lo farà questo settore sarà sempre uno stagno. I vecchi amici della stampa non sono più in sella, non esistono più neanche i vecchi giornali dei tempi in cui l’immobiliare spargeva denaro a pioggia. E ora Assoimmobiliare e il suo presidente Aldo Mazzocco sono gli unici che possono dettare la rotta. A Roma dicono: a chi tocca non si ingrugna. Scelgano una volta per tutte e il mondo si adeguerà. Basta far cadere un po’ di pubblicità e sono tutti contenti. Ma la comunicazione strutturata è altra cosa.
In definitiva, se le cose resteranno così il futuro sarà anche peggiore del presente. Il segnale che ha voluto lanciare Intiglietta abbandonando Eire evidentemente non è stato colto.
Lo hanno capito invece le associazioni degli agenti immobiliari che stanno dando il massimo. Ieri alle 20.00 su Mediaset c’erano in diretta Enzo Albanese (Sigest) presidente di Fimaa e Roberto Busso (Gabetti) per Anama. In contemporanea su Rai 2 Paolo Righi di Fiaip. Sarà un caso che siano rappresentanti di categorie che se non vendono non mangiano?
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