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12 Aprile 2016

Serenissima, Giacomelli: la SGR avrà una sorella SIIQ (Videointervista)

di M.C.

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Con un’operazione tonda, Serenissima SGR si appresta ad avere una sorella quotata. Il gruppo che fa capo a Centrale Finanziaria ha intenzione di lanciare a breve una SIIQ per ampliare e rendere più liquida l’offerta immobiliare. Lo ha annunciato l’amministratore delegato Luca Giacomelli intervistato da MonitorImmobiliare spiegando che l’operazione prevede la trasformazione di una società già presente a Piazza Affari e la creazione di un club deal per presentarsi al mercato come una piattaforma unica.

Ci sono state diverse novità per Serenissima SGR negli ultimi mesi, a che punto siamo?

A partire dall’11 di gennaio di quest’anno abbiamo preso in gestione otto fondi che prima facevano capo a Est Capital. È stata un’operazione abbastanza lunga e articolata che ci ha portato ad oggi ad avere 18 fondi immobiliari per quasi due miliardi di asset under management. Molto probabilmente alla fine del semestre li raggiungeremo agevolmente. Inoltre c’è stato anche un altro grande cambiamento nell’azionariato della SGR: l’A4 Holding è uscita definitivamente a favore della Centrale Finanziaria che è al 78% del capitale. Il restante 22% è diviso in quote paritarie in mano alle quattro banche storiche (Banca Popolare di Verona, Banca Popolare di Vicenza, Ubi Banca e Banca Mediolanum) e una parte che è riferita a me. Questo è stato un passaggio molto importante per la crescita delle masse gestite e del personale che è passato da 28 a 36 unità. Siamo cresciuti anche per quanto riguarda la collocazione geografica perché fino a qualche anno fa la nostra società era famosa per operare prevalentemente nel Lombardo Veneto, mentre adesso l’operatività supera i confini nazionali. D’altronde è un trend in atto nel settore, il mercato delle società di gestione del risparmio si sta concentrando: le società più piccoline stanno via via scomparendo mentre quelle più grandi fanno cherry picking per crescere attraverso operazioni straordinarie oltre che con l’andamento ordinario.

Nel dettaglio, quali operazioni avete sul tavolo e quale prodotto state cercando?

Essenzialmente noi abbiamo fatto nel tempo si operazioni di immobili core a reddito e operazioni di sviluppo molto importanti, alcune delle quali stiamo ancora portando avanti. Per esempio abbiamo liquidato il fondo Rilke che ha gestito la vicenda di Portopiccolo, polo immobiliare turistico nella cava dismessa di Sistiana in provincia di Trieste, e oggi stiamo col Fondo Logistica operando nello sviluppo nel green field. Dall’altro lato abbiamo anche fondi istituzionali che invece ci chiedono di poter entrare nell’acquisto di immobili a reddito o nelle operazioni added-value. In aggiunta siamo entrati, attraverso due ex fondi di Est Capital, nel settore delle energie rinnovabili. Ma non ci fermiamo qui: stiamo valutando anche il lancio di un altro fondo nel fotovoltaico, perché abbiamo individuato un ambito con un rischio ridotto nel momento in cui investiremo nel fotovoltaico a terra già in rete da oltre tre anni e che quindi ha già scontato tutti i rebound negativi della normativa. Questo ci permetterà di avere dalle Opco dei flussi di cassa stabili reiterati nel tempo: esattamente il prodotto ricercato da alcuni investitori. Oltre a questo stiamo entrando nel settore delle procedure competitive che secondo noi è in crescita esponenziale con le RSA, le case di cura e le strutture sanitarie alternative. In definitiva ci stiamo muovendo verso l’appetito degli investitori italiani all’estero.

Non sembra la descrizione di una SGR immobiliare classica. Significa che il mercato è radicalmente cambiato o è differente la vostra impostazione?

Noi stiamo strutturando e sollecitando prodotti sulla scorta delle sollecitazioni che riceviamo dagli investitori. Quello che oggi vale di più è la capacità di reddito che un immobile può generare. Inoltre è estremamente importante anche il fatto di riuscire convertire con idee operazioni che sono incagliate da tempo. Ovviamente tutti quanti vogliono l’ufficio affittato alla multinazionale in centro a Milano oppure con un contratto di lungo termine, molto spesso invece ci sono immobili fermi da tempo con un valore intrappolato su cui è necessario ragionare in base alle esigenze degli investitori. La vera capacità di un asset manager è di creare un’industria che possa cogliere le opportunità. Proprio per questo il nostro azionista di maggioranza si è posto il problema di come si deve porre sul mercato una SGR pura a sé stante. Nell’ambito di un progetto pluriennale la Centrale Finanziaria ha ipotizzato di poter ragionare con Serenissima per una certa tipologia di investitori che prediligono un tipo di attività vigilata di una SGR immobiliare e dall’altro lato si pensa invece a creare una SIIQ che potrebbe diventare un ulteriore strumento che affiancherebbe la SGR tradizionale. Questa diversificazione potrebbe essere vincente. A brevissimo daremo tutti i dettagli. Inoltre potrebbe esserci una gamba di attività per chi non vuole immobiliare vigilato o immobiliare quotato: questo potrebbe essere gestito da una squadra di asset management specifica che opererebbe in un veicolo particolare.

Qualche dettaglio sull’operazione Siiq?

È un’operazione tonda. Un accordo sancito, in fase di implementazione per cui il nostro azionista di controllo ritira una società già quotata esistente trasformandola, nel modo più asettico possibile, in una Siiq con una serie di immobili tutti a reddito. Affiancare uno strumento che renda più liquido l’immobiliare secondo me potrebbe avere un appeal formidabile. Manterremo le due realtà distinte con la possibilità di attivare club deal per investitori più istituzionali o aggressivi per presentarsi sul mercato una piattaforma unica.

Guarda la video intervista

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