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Borsa: ILLA (-99,31% in sei mesi) chiede il concordato preventivo. Possibili effetti anche sul caso Santanchè
di Maurizio Cannone, direttore Monitor
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Quotata all’ex Aim di Milano, ora Euronex Growth Milan, la società Illa chiude la sua esperienza ricorrendo al Codice della Crisi. Ha presentato la domanda di composizione negoziata, ai sensi degli artt. 12 e ss. del Codice della Crisi ("CCII"). Oltre a questo è stata anche richiesta l'applicazione delle misure protettive del patrimonio sociale nei confronti di creditori. In passato sarebbe stato fallimento, ora la normativa concede tempo e strumenti per tentare di recuperare.
L’azienda che “produce da 70 anni casseruole e padelle” si trova in difficoltà che paiono però insormontabili. Il titolo in Borsa è passato da 0,30 euro del 6 gennaio 2023 agli attuali 0,0004, una perdita in sei mesi del 99,31%. In pratica è evaporata. Tanto che il prossimo 5 dicembre è fissato un cda con all’ordine del giorno, tra l’altro, l’accorpamento delle azioni: 1 nuova azione ogni 1.000 attualmente possedute. Oggi il titolo capitalizza appena 263.046 euro in Borsa.
Una storia in apparenza come tante nel segmento ex AIM ma che questa volta, a sorpresa, potrebbe avere conseguenze sull’inchiesta del Tribunale di Milano riguardo a diverse aziende che hanno visto a vario titolo il coinvolgimento nel tempo dell’attuale ministro Daniela Santanchè: VIsibilia, KI Group e Bioera (che oggi capitalizza in Borsa appena 304.521 euro).
Anche se la vicenda non è più alla ribalta delle cronache il procedimento è ancora in corso.
Infatti, tra gli azionisti di Illa si legge nelle comunicazioni di Borsa che il 29,16% è in mano a Negma Group Limited di Dubai, la stessa società d’investimenti che ha operato tra gli altri su Visibilia sottoscrivendo prestiti obbligazionari che hanno portato a oscillazioni drammatiche delle quotazioni. Tra gli azionisti di Illa si legge che oggi l’8,49% è detenuto da Ki Group e qui potrebbe crollare l’operazione che le società in cui è stata coinvolta Daniela Santanchè stanno tendando di portare a buon fine. Perché KI Group secondo i giudici potrebbe non riuscire a onorare le pendenze, comprese quelle fiscali. E ora questa nuova tegola sulla sua partecipata potrebbe minare la serietà del piano. Specie considerando che Bioera è indicata come garante in solido del piano di rientro.
Certo si fa notare come KI Group sia entrata nell’azionariato di Illa nel giugno del 2022 con una quota del 15,85%, quando già entrambe le società navigavano in cattive acque. E sempre con la presenza di questo fondo di Dubai, Negma, che nelle aziende in cui è entrato ne ha quasi azzerato il valore in Borsa. Che sia KI Grop ad avere operato è ancora più strano dato che oggi il titolo non è più nel listino. Borsa italiana lo ha infatti unilateralmente cancellato perché inadempiente. Non un buon elemento in vista della decisione dei giudici del prossimo 6 dicembre.
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