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I timori degli italiani di impegnarsi in un finanziamento finalizzato all’acquisto di una casa vengono confermati dagli ultimi dati di Eurisc: secondo il sistema Crif di informazioni creditizie, nei primi nove mesi del 2023 la richiesta di mutui da parte dele famiglie è diminuita del 19,4%, anche se dal mese di settembre è stato registrato qualche segnale di leggera ripresa.
Nello stesso periodo, l’importo medio richiesto è rimasto pressoché stabile (-0,3%), attestandosi complessivamente a 144.162 euro. Anche in questo caso, il mese di settembre si è dimostrato in controtendenza, con un aumento dell’1,2%.
Significativo il dato relativo al mese di giugno, che ha visto un calo delle surroghe (-17,3%) e, soprattutto, dei nuovi mutui erogati (-24,9%).
Guardando le fasce di importo, si osserva una certa cautela da parte delle famiglie, che prediligono i mutui fino a 100.000 euro (circa il 40% del totale) e tra 100.000 e 150.000 euro (quasi il 30%). Seguono le richieste tra 150.000 e 300.000 euro con una percentuale del 25,9%. Solo il 5% delle famiglie si rivolge agli istituti per chiedere un finanziamento superiore ai 300.000 euro.
Per fasce d’età, il 60,9% dei richiedenti è compreso tra 25 e 44 anni, mentre il 33,4% ha tra 45 e 64 anni.
Infine, l’80% delle richieste prevede dei piani di rimborso che superano i 15 anni. Ciò conferma la tendenza a preferire soluzioni dilazionate nel tempo per non gravare sul bilancio familiare.
Simone Capecchi, executive director di Crif: “In generale, in questi ultimi mesi, le richieste di finanziamento per le famiglie italiane hanno subito un rallentamento a causa dell’inflazione e del contesto geopolitico. Pertanto, un tema cruciale per le banche, da qui ai prossimi mesi, sarà quello della sostenibilità e della qualità del credito”.
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