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Investimenti in costruzioni in aumento del 5% nel 2023, dopo il +12,1% fatto segnare nel 2022 e il + 29,2% del 2021. La stima sull'andamento del settore nell'anno appena concluso è contenuta nell'Osservatorio congiunturale presentato dall'Ance a Roma. Tuttavia, l’Osservatorio prevede per il 2024 un calo pari a -7,4% rispetto all'anno precedente. Un crollo dovuto essenzialmente dalla caduta degli investimenti sulle ristrutturazioni edilizie, a dispetto delle previsioni di crescita dei lavori pubblici sostenuti dagli investimenti per il Pnrr.
In termini assoluti, gli investimenti in costruzioni registrati nel 2023 ammontano alla quota record di 220,9 miliardi di euro. “Nel 2023 – si legge nell'documento dell'Associazione dei costruttori – i bonus edilizi hanno generato lavori per oltre 80 miliardi di cui 44 miliardi (9 in più rispetto al 2022) relativi al Superbonus”. In generale, il comparto delle abitazioni nello scorso anno è cresciuto del +0,7% grazie al +0,5% delle riqualificazioni e all'aumento dell'1,3% degli investimenti in nuove abitazioni.
Cresce anche il settore del non residenziale privato, con un +5%, e soprattutto il settore delle opere pubbliche con l'impennata del 18% fatta segnare nel 2023, grazie a Pnrr e fondi Ue. “Il trend positivo – segnalano i costruttori –, anche se in flessione, è stato trainato dai Comuni. La spesa per gli investimenti pubblici è passata dai 13,2 miliardi nel 2022 ai 18,6 miliardi nel 2023 (+41%)”.
Come detto, però, nel 2024 ci sarà un’inversione di tendenza, secondo le previsioni dell’Ance: “La fine del Superbonus e della cessione del credito, il ridimensionamento e l'assenza di una politica di incentivi per l'efficientamento energetico e sismico degli edifici porteranno a un crollo del 27% del mercato della riqualificazione abitativa”, spiega l'Associazione. Al contrario, le previsioni 2024 sul comparto delle opere pubbliche sono di una crescita del 20% pari a circa 10 miliardi di euro aggiuntivi rispetto al 2023.
L’Ance sottolinea che ci sono ancora grandi cantieri bloccati per un controvalore di 9 miliardi all'interno del piano di realizzazioni previsto dal Pnrr. “C'è stata un'accelerazione nelle fasi di aggiudicazione e consegna dei lavori – si legge ancora nel rapporto – ma si riscontrano ancora rallentamenti nella fase realizzativa, soprattutto nelle grandi opere”. Secondo la stima dell'Associazione, ammontano a circa 9 miliardi i lavori del Pnrr che non riescono a partire. Tre le cause indicate dai costruttori: problemi autorizzativi in materia ambientale, sovrapposizione di regimi normativi differenti e carenze progettuali.
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