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Cbre: cresce il mercato dei Data Center, Milano nel mirino degli investitori
di red
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Non si arresta la crescita del fatturato dei principali Data Center a livello globale: dai 150 miliardi di dollari del 2017 si è passati ai 400 miliardi registrati nel 2022. Questo dato, secondo Andrea Calzavacca, Head of Loan Advisory & Alternative Investments di CBRE Italy, dimostra che si tratta di una asset class “destinata a giocare un ruolo chiave sia a livello globale sia nazionale, in grado di attirare l’interesse degli operatori e degli investitori”.
Il fenomeno, sostiene Calzavacca, “influenza le dinamiche di tutti i comparti coinvolti, incluso il real estate. Gli hyperscaler, infatti, necessitano di spazi fisici in cui sviluppare i propri Data Center, che possono essere di loro proprietà o con contratti con operatori di colocation. Più crescono le necessità di questi operatori e più si assisterà a una crescita della domanda da soddisfare”.
In questo contesto, “in Italia, alla fine del 2022, l’ammontare del traffico totale giornaliero di dati è stato 3,2 volte superiore rispetto a quello registrato all’inizio del 2019, con una continua crescita del numero di clienti che utilizzano servizi online, come le piattaforme di streaming video (+85% tra il 2019 e il 2022) o i servizi di e-commerce (quasi +20%), determinando un volume sempre più ampio di dati da dover gestire. Si tratta quindi – osserva il manager di CBRE – di una chiara indicazione delle crescenti necessità dei player, che basano i propri servizi sulle infrastrutture digitali del nostro Paese”.
Secondo i dati di CBRE, il 67% dei leader del settore ha manifestato l'intenzione di investire in modo proattivo in nuovi sviluppi di Data Center e l'Italia “sta potenzialmente affrontando un periodo di crescita in questo ambito. La posizione geografica al centro del Mediterraneo e in continuità con molti Paesi dell'Europa meridionale rende, infatti, l'Italia uno dei principali poli di attrazione della macroregione, strategici per gli sviluppi futuri del mercato della corrente continua”.
Tra i principali mercati secondari europei – rivela Calzavacca –, Milano risulta attualmente “uno dei mercati più attenzionati per i suoi potenziali di crescita, soprattutto dopo la piena maturazione di mercati di Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi che sono stati i primi a partire, ma che ora offrono opportunità più limitate di scalare ulteriormente le proprie reti”.
Inoltre, secondo i dati di ricerca del team di CBRE DCS EMEA, anche tra i mercati emergenti Milano rappresenta quello potenzialmente con la migliore combinazione di crescita registrata in termini di MW (che a fine anno dovrebbero arrivare oltre +15% sul 2022) e un livello di vacancy che è meno della metà della media degli altri mercati comparabili.
Oltre a Milano, i recenti annunci riguardanti alcuni sviluppi avviati o in fase di conclusione su Roma – aggiunge Calzavacca – “possono essere considerati come un’ulteriore prova del fatto che il nostro Paese offre interessanti opportunità per lo sviluppo di un potenziale ed effettivo trend strutturale”.
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