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30 Ottobre 2023

Finlabo Sim: puntare su oro, energia e immobili quotati

di red

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In uno scenario di inflazione sostenuta, c’è da attendersi un aumento dei ricavi delle società: nel lungo periodo, le Borse seguono più l’andamento del Pil nominale che di quello reale. L’errore commesso dagli investitori è quelli di guardare ai tassi nominali anziché a quelli reali: questo li porta a investire tutto sull’obbligazionario. Al contrario, ragionando in termini reali, ci si accorge che ci sono moltissime opportunità da cogliere in Borsa.

È la riflessione di Alessandro Guzzini, CEO di Finlabo Sim, secondo cui oggi una società europea su due può essere considerata sottovalutata, dato raramente superato negli ultimi 20 anni (a fine 2002, nella seconda metà del 2008, nel 2012, a marzo 2020). In particolare, spiega Guzzini, “i titoli value e molte mid/small cap stanno già prezzando le difficoltà dell’economia e quindi quotano a multipli molto bassi sia sugli utili che sul patrimonio netto. Viceversa, sulle grandi capitalizzazioni le valutazioni sono molto elevate”.

Questo – insiste il CEO di Finlabo Sim – “è frutto della moda dei prodotti passivi che tipicamente dirige la raccolta verso i principali indici azionari. È un differenziale anomalo che è destinato a chiudersi ma, per chi guarda il mercato in un’ottica di medio/lungo termine, può dare luogo a opportunità interessanti. Siamo dell’idea che ci potrebbe essere nel breve una nuova correzione dei mercati, soprattutto se un’estensione del conflitto in Medio Oriente si traducesse in un ulteriore aumento dei prezzi del petrolio”.

In questo contesto, quali sono le occasioni da non perdere? Secondo Alessandro Guzzini, “i temi da privilegiare saranno proprio quelli più penalizzati fino ad oggi: mid-small cap e la Borsa di Londra – che quota su livelli molto depressi anche a causa del forte aumento dei tassi di interesse - dove si trovano diversi titoli auriferi che dovrebbero fare bene in uno scenario di stagflazione ma che oggi non sono prezzati in linea con l’andamento positivo dell’oro”.

Buone opportunità può offrire anche l’immobiliare quotato, dove – suggerisce Guzzini – “si sono raggiunti livelli di prezzo, secondo noi, interessanti nel medio periodo. Se si considera che i ricavi di queste realtà sono indicizzati all’inflazione, ci sembra che il pessimismo riflesso dai prezzi sia esagerato. Dopo il rally di quest’anno, siamo convinti che, per le banche, la parte migliore del ciclo sia alle spalle: ci aspettiamo infatti che si intensifichi la competizione sulla raccolta; quindi, non vediamo uno scenario in cui i margini di interesse sono destinati ulteriormente ad espandersi. Allo stesso tempo il settore tratta a livelli molto più a sconto in Europa rispetto ai multipli americani, quindi il re-rating potrebbe continuare. Nel settore, abbiamo selezionato Santander, una banca molto solida e diversificata che tratta con uno sconto del 40% sul patrimonio netto nonostante la sua redditività sia sul 10-11%. Tra i telefonici, che hanno sofferto moltissimo in borsa negli ultimi anni, ci piace Vodafone, un titolo sottovalutato con il settore ma che offre un dividendo del 10%”.

Non va trascurato il settore energetico. “Da un lato, ci sono società più focalizzate sulla produzione che hanno multipli 1-2 volte l’EBITDA, dall’altro andiamo incontro a un periodo ancora abbastanza lungo di prezzi energetici elevati per effetto dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e perché le società petrolifere stanno investendo molto poco per la questione degli obiettivi net zero. Pensiamo che il petrolio non si userà più tra 100 anni ma che il suo utilizzo durerà altri 30 anni e in questo periodo le società del settore potrebbero fare ancora ottimi numeri”.

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