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Cantieri aperti: il ministro De Micheli zittisce i costruttori
di Maurizio Cannone, Direttore Monitor
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Visto che prima o poi ne usciremo da questa emergenza Coronavirus, forse sarebbe il caso di pensare seriamente al futuro. A cominciare dalle infrastrutture e ai lavori pubblici in generale che fino a poche settimane fa erano indicati come la soluzione dei problemi del Paese. Dal costruire viadotti al tappare le buche in strada. Oggi l’Ance, l’associazione dei costruttori (strade, ponti ecc.) ha annunciato il blocco dei cantieri perchè non è possibile rispettare le norme di sicurezza dettate dall’emergenza Coronavirus.
Scusate, ma stiamo scherzando?
Con la fame di lavoro che le imprese di costruzioni hanno ripetuto fino a ieri di avere, e che sarà molto peggiore in futuro, volete fermare i lavori?
Le imprese di costruzioni non sono in grado di procurare mascherine e attrezzature varie per tutelare i lavoratori (i muratori per primi) e rispettare le norme?
Queste le motivazioni addotte:
“Tra le altre difficoltà segnalate in questi giorni dal sistema Ance su tutto il territorio nazionale, si evidenzia: impossibilità di reperire dispositivi di protezione individuale; impossibilità di assicurare servizi di trasporto, vitto e alloggio agli operai in trasferta; respingimenti ai posti di blocco del personale e dei materiali diretti ai cantieri, subappaltatori, fornitori e personale della committenza che non si presenta nei luoghi di lavoro”.
Pur comprendendo le difficoltà di chi lavora in cantiere, sembra grave che la soluzione proposta sia semplicemente di non lavorare.
Primo per il bene del Paese, perchè si preannuncia un periodo drammatico per l’economia, superata l’emergenza che stiamo affrontando. Non ci si può limitare a chiedere i soliti contributi pubblici. E per questo non serve essere grandi imprenditori. I soldi sono finiti, e se li usiamo per superare l’emergenza sanitaria come deve essere, è pura utopia pensare che ne avremo per tutelare tutti i settori economici. Non siamo la Germania e le famiglie devono mettere il pane a tavola. Sopravvivenza, non trattati di finanza.
Quindi troviamo, o meglio trovate, soluzioni concrete.
Come direbbe qualcuno: Ti conosco mascherina
Forse servirebbe ricordare che i lavori per il nuovo ponte di Genova non si sono mai fermati. Ed è diventato l'emeblema di Progetto Italia, tanto osteggiato dai piccoli costruttori.
Non a caso, il ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli ha subito replicato che i cantieri publici resteranno aperti e chiede una ricognizione alle stazioni appaltanti e alla stessa Ance dello stato dei lavori.
Lapidaria e senza possibilità di repliche la sua presa di posizione:
“Lunedì aziende e lavoratori avranno un quadro normative più chiaro. Non c’è necessità di chiudere i cantieri”.
Si va avanti a lavorare, in sicurezza per sè e per gli altri, e a portare il pane a casa.
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