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18 Aprile 2023

Mutui: a marzo tasso fisso più conveniente del variabile. Attesi nuovi rialzi da parte della BCE

di red

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La BCE il 16 marzo ha aumentato nuovamente i tassi di interesse di riferimento di 50 punti base, causando effetti evidenti nei rialzi dei mutui a tasso variabile. 

Nel mese di marzo i Tan variabili medi (a 20 e 30 anni) su MutuiOnline.it sono stati di 4 bps più alti rispetto a quelli fissi (3,80% vs. 3,76%). Ancora più marcata la situazione delle migliori offerte: 2,99% il fisso, 3,08% il variabile, 9 bps più conveniente l’offerta agganciata all’Eurirs. Negli ultimi 10 anni l’unico altro mese in cui i tassi medi variabili avevano superato i fissi era stato settembre 2019, con il fisso a 1,14% e il variabile a 1,23%. Il sorpasso è da attribuire soprattutto ai mutui a 30 anni, visto che l’IRS per quella durata è particolarmente conveniente (2,54%) e permette di mantenere molto bassa la rata rispetto a un mutuo variabile indicizzato all’Euribor a 3 mesi (3,01%).

Le misure di politica monetaria, insieme al significativo calo del costo dell’energia, stanno portando gli effetti sperati sul calo dell’inflazione, che nell’Eurozona a marzo si attesta a +6,9%, il dato più basso degli ultimi 12 mesi. Inoltre, le tensioni in atto sui mercati finanziari che hanno portato al fallimento della Silicon Valley Bank e di Credit Suisse mettono in discussione ulteriori aumenti significativi del costo del denaro, portando il consenso degli analisti a immaginare in Europa altri due rialzi di soli 25 punti base entro fine giugno.

MutuiOnline.it ha analizzato quanto l’aumento del costo del denaro abbia pesato e potrà ancora pesare sulla rata di un mutuo a tasso variabile (indicizzato all’Euribor a 3 mesi) di un 35enne milanese di 160.000 euro a 20 anni con LTV 80%: la migliore offerta oggi prevede una rata di 895 euro, +28,4% rispetto a aprile 2022 quando la rata di un prodotto simile era di 697 euro. In caso di altri due aumenti da 25 bps attesi nelle prossime riunioni di maggio e giugno della BCE, la rata potrebbe toccare, nel terzo trimestre 2023, quota 936 euro, il 34,3% in più rispetto ad aprile 2022.

L’impatto è stato ancora più alto per chi ha scelto i mutui trentennali. Nella stessa simulazione per un mutuo da 160.000 euro attualmente la rata della migliore offerta è di 701 euro, aumentata di quasi il 50% rispetto ad aprile 2022 quando era di 475 euro; con gli ipotetici rialzi da qui a giugno, la rata arriverebbe a 746 euro, il 57% in più rispetto a un anno fa. Se si pensa che, per gli stessi parametri, la rata di un mutuo a tasso fisso è di 674 euro, risulta evidente come al momento questo sia il porto più sicuro.

MutuiOnline.it ha messo a confronto le rate del tasso fisso e del tasso variabile con delle ipotetiche proiezioni anche del tasso fisso, che è invece sostanzialmente stabile da ottobre 2022. Ipotizzando però che il tasso fisso nei prossimi tre mesi subisca gli stessi aumenti del primo trimestre di quest’anno (15 bps sui fissi a 30 anni e 20 bps a 20 anni), a luglio un tasso variabile da 20 anni potrebbe costare il 4% in più di un fisso (936 euro rispetto a 903 euro) e da 30 anni il 9% in più (746 euro rispetto a 687 euro).

Il tasso fisso è la scelta più frequente tra gli aspiranti mutuatari: 82,1% delle richieste sul mix sono per questa tipologia di contratto. La situazione di particolare convenienza dei tassi fissi favorisce l’erogazione di surroghe: +135% rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno (sul totale del mix). 

Nel primo trimestre si registra un +11% delle richieste di under 36 rispetto all’ultimo trimestre del 2022. Aumentano le richieste per prima casa (+10% rispetto al Q4 2022) e per Loan To Value superiori all’80% (+24% sempre rispetto al Q4 2022). Gli importi medi richiesti sono in leggero calo rispetto al trimestre precedente (130.707 euro vs 132.795 euro), praticamente stabili (e più alte) le erogazioni (139.289 euro vs 140.022 euro). 

Alessio Santarelli, Direttore Generale della Divisione Broking di Gruppo MutuiOnline e AD di MutuiOnline: “Il tasso fisso ha un andamento decisamente più stabile e lineare rispetto al tasso variabile perché quest’ultimo è impattato direttamente dalle decisioni della BCE, mentre il primo non lo è. Attualmente una scelta oculata per chi vuole stipulare un mutuo nei prossimi messi è sicuramente il tasso fisso, che ha ancora condizioni accettabili, rispetto alla serie storica. Nel caso in cui l’inflazione continuasse a calare, anche grazie al calo dei costi dell’energia, e quindi la BCE scegliesse di invertire la politica sui tassi, si potrà sempre ricorrere alla surroga, trasferendo gratuitamente il proprio contratto di mutuo”.

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