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23 Giugno 2025
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Nel biennio 2019-2020 c’è stato un rallentamento nella ripresa del mercato immobiliare. La quota delle famiglie che hanno dichiarato di aver acquistato un’abitazione (5,6%) è scesa di circa un punto percentuale tornando ai valori registrati nel 2017. Il lieve calo è da imputarsi alla pandemia e ai ripetuti lockdown del 2020. Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’Indagine biennale Tecnoborsa 2021 su transazioni e mutui nelle sei maggiori città italiane.
La città più attiva è stata Roma (6,4%), anche se il valore è inferiore a quello riscontrato nel biennio 2017-2018, mentre Milano, Torino, Genova e Napoli presentano valori che si discostano poco dalla media del campione. Palermo è quella che registra la percentuale più bassa (4%).
Guardando all’utilizzo dell’immobile comprato, al primo posto si continua a trovare l’acquisto dell’abitazione principale (79,5%), valore leggermente inferiore a quello riscontrato nel 2019, al secondo posto, con uno stacco nettissimo, c’è chi ha acquistato un’abitazione per parenti prossimi (8,4%), a seguire chi ha comprato la casa vacanze (8%), infine, all’ultimo posto, vi sono coloro che hanno comprato per investire (4,1%), in calo di 1,4 punti percentuali rispetto a quanto rilevato nell’Indagine precedente.
Spostando l’analisi su coloro che hanno venduto almeno un’abitazione nel biennio 2019-2020 si è riscontrato che il 5% delle famiglie italiane residenti nelle sei grandi città ha venduto un’abitazione, valore che interrompe il trend positivo dopo tre bienni di crescita, facendo registrare un calo di 1 punto percentuale rispetto alla rilevazione del 2019 e tornando ai valori rilevati nel 2015.
La motivazione predominante che ha indotto alla vendita rimane la sostituzione con un’altra abitazione principale (69,2%), al secondo posto, anche se con un notevole divario, c’è chi ha venduto per bisogno di liquidità (17,7%), a seguire, con valori molto inferiori, c’è chi ha ceduto un’abitazione per acquistare una casa per parenti prossimi (5,7%), per comprare una seconda casa vacanze (4,9%) o per fare altri investimenti finanziari (1,4%), infine, vi sono coloro che hanno venduto per effettuare investimenti immobiliari (1,1%).
Rispetto a quanto rilevato nel 2019 è in crescita la quota di chi ha ceduto un’abitazione per poter acquistare un’abitazione principale (+3,7 punti percentuali), una seconda casa per parenti prossimi o per fare investimenti immobiliari; viceversa, è diminuita la percentuale di chi ha ceduto una casa per le vacanze (-2,6 p.p.) o per bisogno di liquidità (-3,5 p. p.).
Tra coloro che hanno acquistato una casa il 54,9% ha dichiarato di aver fatto ricorso a un finanziamento o a un mutuo, valore leggermente più basso di quello rilevato nelle quattro Indagini precedenti, e tale valore diminuisce di 2,8 punti percentuali per la quota delle famiglie che ne hanno fatto richiesta, rispetto a quanto riscontrato nell’Indagine 2019.
Principalmente, hanno acceso un mutuo coloro che hanno acquistato un’abitazione principale (57,5%), seguiti da chi ha preso una casa per parenti prossimi (51,2%), mentre è più basso il ricorso al mutuo tra coloro che hanno acquistato un’abitazione per investimento (47,6%) o per prendere una seconda casa per le vacanze (36,6%).
Valter Giammaria, Presidente di Tecnoborsa: “Non si arresta il trend determinato dall’esperienza del lockdown verso la domanda di abitazioni più grandi e dotate di maggiori servizi, nelle intenzioni di acquisto del campione delle oltre 2.400 famiglie italiane oggetto dell’indagine biennale Tecnoborsa residenti nelle 6 grandi città e la casa ideale è quella nuova e che supera i 70 metri quadri. L’identikit della famiglia interessata all’acquisto è giovane – tra i 25 e i 34 anni – con o senza figli piccoli, grazie anche alle agevolazioni che permettono un accesso più immediato al credito per i più giovani. La motivazione prevalente per l’acquisto resta sempre il desiderio di avere una casa di proprietà o di migliorare le proprie condizioni abitative. Infine, sembra timidamente riaffacciarsi l’idea del mattone come bene rifugio, arrestando il calo progressivo dopo il massimo storico rilevato nel 2011”.
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