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4 Novembre 2013

Vendita via Solferino: giornalisti del CorSera passano all'azione legale

di Redazione

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Dopo le parole i fatti: il comitato di redazione del Corriere della Sera, alla vigilia della convocazione del Consiglio di amministrazione del gruppo Rcs  – fatto slittare il 5 novembre - dove si deciderà della cessione del complesso immobiliare milanese che include la sede storica del via Solferino – ha presentato un esposto al Tribunale di Milano, dove si sottolinea che l'operazione violerebbe una conciliazione giudiziale siglata nel 1974 con l'allora editore Rizzoli.

L'azione legale - secondo quanto riporta l'agenzia Radiocor - si riferisce al cosiddetto “verbale Siniscalchi”, firmato nel 1974 davanti al giudice del lavoro in materia di autonomia e “identità della testata” giornalistica, di livelli “organizzativi retributivi” e di “organizzazione del lavoro”.

Per la rappresentanza sindacale del Corsera, la cessione della sede su cui ha puntato gli occhi l'attivissimo fondo americano Blackstone significherebbe “sfigurare l'identità” del giornale, oltre ad essere un'operazione che anche solo sulla carta è stata valutata a “una cifra assolutamente inadeguata ai valori attribuiti dal mercato”.

Questo almeno sostiene il Cdr, titolare di azioni di Rcs, che ha ritenuto quindi ci fossero i margini per una valutazione “più attenta” dell'operazione, riservandosi di valutare l'avvio di un'azione di responsabilità a carico del consiglio di amministrazione e degli azionisti”.

Nell'ultimo mese e mezzo – chiarisce il Cdr in una nota indirizzata ai lettori e comparsa sul quotidiano del 4 novembre - abbiamo proposto al consiglio di amministrazione di sospendere la vendita, accettando una moratoria che consentirebbe di valutare opzioni alternative alla vendita.

Ne abbiamo elencate tre: la cartolarizzazione (un'operazione finanziaria che permette di incassare il ricavato della vendita dell'immobile senza perderne la proprietà); il coinvolgimento di enti previdenziali o di fondazioni aperte alla partecipazione dei dipendenti e del pubblico in generale.

In parallelo, come annunciato nei giorni scorsi, il Cdr ha inviato una diffida formale ai componenti del consiglio di amministrazione e agli azionisti principali della società: la svendita di via Solferino a una società speculativa come l'americana Blackstone mette a rischio l'indipendenza stessa del giornale.


Il Cdr, infine, sta valutando l'avvio di un'azione di responsabilità a carico degli amministratori di Rcs Mediagroup nel caso in cui non rinunciassero a vendere il palazzo, danneggiando il patrimonio della società”.

“L'elenco dei nostri interlocutori – prosegue l'organo di rappresentanza sindacale - ai quali verrà recapitata da un ufficiale giudiziario diffida formale: Pietro Scott Jovane, amministratore delegato; Angelo Provasoli, presidente del consiglio di amministrazione; Roland Berger, vicepresidento; Fulvio Conti, consigliere; Luca Garavoglia, consigliere; Laura Mengoni,  consigliere; Carlo Pesenti, consigliere; Attilio Guarneri, consigliere.

Questo, invece, l'elenco degli azionisti: Fiat, Mediobanca, IntesaSanPaolo, Pirelli, Italmobiliare (gruppo Pesenti), Dorint (Della Valle), Pandette (famiglia Rotelli), Ut communications (Urbano Cairo), Fondiaria-Sai (gruppo Unipol).

Finora si sono schierati apertamente contro la vendita Giovanni Bazoli (presidente del consiglio di sorveglianza di IntesaSan Paolo e punto di riferimento della finanziaria Mittel); l'azionista Urbano Cairo (titolare di una quota del 2%) e il consigliere d'amministrazione Piergaetano Marchetti”.

 


 

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