Confedilizia ha sottolineato l'importanza della rigenerazione urbana come processo che deve essere perseguito attraverso una nuova normativa nazionale. Per ottenere risultati concreti, è necessario seguire due linee direttrici: quella degli incentivi, sia in termini di diritti edificatori che di misure fiscali, e quella del coinvolgimento dei proprietari degli immobili.
L'associazione dei proprietari immobiliari ritiene che il testo unificato dei disegni di legge presentati in Senato necessiti di modifiche in almeno due punti. In primo luogo, è necessario rimuovere le norme contenute ai commi 1 e 2 dell'articolo 12, che dispongono che l'approvazione dei piani e dei programmi di rigenerazione urbana comporti la dichiarazione di pubblica utilità degli interventi previsti e il conseguente potere di esproprio in capo alla Pubblica Amministrazione. Questo approccio non tiene conto delle esperienze maturate negli ultimi anni, in cui il sistema degli accordi di pianificazione tra Comune e privati si è dimostrato uno strumento efficace per favorire il coinvolgimento dei proprietari immobiliari e facilitare la realizzazione degli interventi, evitando contenziosi.
Lo strumento per la pianificazione e l'attuazione della rigenerazione urbana deve essere quello della urbanistica per accordi. A tal fine, è fondamentale prevedere una disciplina a livello di normativa statale degli istituti della perequazione, della compensazione e della premialità edilizia.
Confedilizia considera inoltre non opportuna l'attribuzione ai Comuni della facoltà, contenuta nell'articolo 11, comma 8, di elevare in modo progressivo le aliquote dell'Imu previste sulle unità immobiliari o sugli edifici inutilizzati o incompiuti da oltre cinque anni. La leva fiscale deve essere impiegata per incentivare, non per punire.
L'associazione esprime fiducia che attraverso un dialogo costruttivo sarà possibile intervenire sul testo all'attenzione della Commissione Ambiente del Senato affinché possa raggiungere gli obiettivi prefissati.