È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge grazie alla quale non sarà più obbligatorio indicare nell'atto di acquisto di una casa o di un altro immobile, il compenso percepito dall'agente immobiliare. La nuova normativa entrerà in vigore il 12 gennaio prossimo, le parti coinvolte nella compravendita potranno così scegliere di riportare solamente gli estremi delle fatture e le modalità di pagamento. "Cade una norma che non solo era fortemente anacronistica - commenta Santino Taverna Presidente Nazionale di FIMAA-Confcommercio - ma che finiva anche con il limitare la libertà contrattuale delle parti".
L'obbligo di indicare il compenso del mediatore negli atti di compravendita immobiliare è stato introdotto con il decreto legge 223/2006. In origine quella norma puntava probabilmente a contrastare l'evasione fiscale, innescando però aspetti lesivi nell'ambito della privacy degli intermediari e dell'autonomia contrattuale dei cittadini. C'era da chiedersi inoltre, come mai coinvolgesse solo gli intermediari e non tutti gli altri stakeholder della filiera, palesando una evidente discriminazione. Con la nuova formulazione, venditore e acquirente potranno scegliere di indicare "in alternativa, il numero della fattura emessa dal mediatore o l'importo fatturato, ma in ogni caso saranno indicate le analitiche modalità di pagamento della stessa".
"Oggi esistono strumenti, come la fattura elettronica - aggiunge Taverna - che consentono di contrastare in maniera più efficace l'evasione fiscale, senza però causare gli stessi problemi. La norma del 2006, infatti, costringeva a rivelare dati economici oggettivamente sensibili, e questo poteva penalizzare l'attività del mediatore visto che limitava la libera contrattazione tra cliente e professionista. Oltretutto, non bisogna dimenticare che a stipulare l'atto di compravendita di un immobile sono l'acquirente e il venditore: il mediatore non è una parte del contratto, ma era comunque tenuto a rivelare il proprio compenso. Una anomalia almeno in parte corretta".
La Federazione aveva avviato in questi anni un confronto costante con il Governo, i membri della Commissione e le Autorità indipendenti, spingendo per la totale abrogazione della norma originaria. "La soluzione a cui si è giunti, anche se si tratta di un compromesso, è frutto di quel dialogo e rappresenta in ogni caso un passo avanti nella tutela della privacy dei mediatori immobiliari. Nel corso dei molteplici incontri avevamo constatato che esistevano ancora forti resistenze, spesso dovute a posizioni meramente ideologiche. La FIMAA, con spirito di grande responsabilità, ha quindi preferito sostenere l'emendamento riformulato dal governo, ma - conclude Taverna - continuerà a portare avanti un confronto serrato per arrivare ad abrogare la norma che ancora consente di indicare l'importo del compenso".