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Lavoro, Istat: occupazione in crescita in Italia nel Q4 e nell'intero 2023. Stop a gennaio
di red
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Posti di lavoro in crescita in Italia nel quarto trimestre 2023 e nell’intero anno, con conseguente calo della disoccupazione. In base ai dati diffusi dall’Istat, negli ultimi tre mesi dello scorso anno l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nello stesso arco di tempo il Pil ha registrato una crescita sia in termini congiunturali (+0,2%) sia in termini tendenziali (+0,6%).
Più nel dettaglio, nel Q4 2023 gli occupati sono aumentati in termini congiunturali di 144mila unità (+0,6% rispetto al terzo trimestre), a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+145mila, +0,9%) e della sostanziale stabilità di quelli a termine e degli indipendenti; in calo sia il numero di disoccupati (-36mila, -1,8% in tre mesi) sia quello degli inattivi fra i 15 e i 64 anni (-102mila, -0,8%). I tassi presentano una dinamica simile: quello di occupazione sale al 61,9% (+0,4 punti), quello di disoccupazione scende al 7,4% (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni cala al 33,1% (-0,3 punti).
I dati provvisori relativi al mese di gennaio 2024, rispetto al mese precedente, mostrano una minima diminuzione degli occupati (-34mila, -0,1%) e del relativo tasso (-0,1 punti) che si associa alla stabilità del tasso di disoccupazione e alla crescita del tasso di inattività 15-64 anni (+0,2 punti).
Occupazione in crescita anche nell'intero 2023
L’occupazione nel quarto trimestre 2023 è cresciuta anche in termini tendenziali (+533mila, +2,3% in un anno), sia per i dipendenti a tempo indeterminato (+3,3%) sia per gli indipendenti (+1,3%), ma non per quelli a termine che diminuiscono dell’1,4%; è proseguito il calo dei disoccupati (-65mila in un anno, -3,2%) e quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-496mila, -3,9%). Questa dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+1,4 punti rispetto al quarto trimestre 2022) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (rispettivamente -0,4 e -1,2 punti).
Dal lato delle imprese, in termini congiunturali le posizioni lavorative dipendenti sono aumentate dello 0,6%, incremento che ha caratterizzato in egual misura la componente a tempo pieno e quella a tempo parziale. Anche in termini tendenziali si osserva una crescita significativa delle posizioni dipendenti, pari a 3% nel totale, lievemente superiore nella componente full time (+3,1%) rispetto ai part time (+2,6%).
Costo del lavoro in aumento
Le ore lavorate per dipendente sono aumentate in termini congiunturali (+0,6%) e, ancora di più, in termini tendenziali (+1,6%); è però aumentato anche il ricorso alla cassa integrazione (8,3 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti è cresciuto di 0,1 punti nel confronto congiunturale, restando invariato in quello tendenziale. Su base congiunturale, il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) è aumentato dello 0,7% per effetto della crescita delle retribuzioni (+0,6%) e, in misura più sostenuta, degli oneri sociali (+1,2%); in termini tendenziali, l’aumento del costo del lavoro è stato ancora maggiore, +3,4%, lievemente inferiore nella componente retributiva (+3,3%) rispetto agli oneri sociali (+3,6%).
Nella media del 2023, l’aumento del numero di occupati di 481mila unità (+2,1%) si associa alla riduzione del numero di disoccupati (-81mila, -4,0%) e degli inattivi di 15-64 anni (-468mila, 3,6%). Il tasso di occupazione 15-64 anni sale al 61,5% (+1,3 punti percentuali in un anno), quello di disoccupazione scende al 7,7% (-0,4 punti) e quello di inattività 15-64 anni al 33,3% (-1,1 punti). In crescita l’input di lavoro nelle imprese: sono aumentate le posizioni dipendenti (+ 2,9%) e il monte ore lavorate (+4,9%), al netto degli effetti di calendario, mentre è diminuito il ricorso alla Cig (-1,6 ore ogni mille lavorate) e al lavoro straordinario nell’industria (-0,3%).
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