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La sfida del risparmio per le nuove generazioni secondo Acri (Report)
di red
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Scelte consapevoli, educazione, responsabilità. Si accentra su questi tre concetti la sfida del risparmio per le nuove generazioni secondo l’Acri, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio e che ha organizzato a Roma un evento per celebrare la 99° Giornata mondiale del Risparmio. L’appuntamento è stato l’ultimo in qualità di Governatore della Banca d’Italia per Ignazio Visco, giunto al termine del suo secondo mandato.
Nell’occasione, è stata presentata un’indagine, realizzata tra il 22 settembre e il 7 ottobre in collaborazione con Ipsos, su come gli italiani gestiscono e vivono il risparmio, alla luce del contesto socio-economico del Paese e della loro situazione personale: tenore di vita, atteggiamento e propensione al risparmio e agli investimenti, comportamenti di consumo.
Nel 2023, secondo la ricerca, si osserva un ritorno a un cauto ottimismo, dopo le forti perplessità dello scorso anno nate dal conflitto in Ucraina, con una situazione percepita come meno difficile, e che permette di vivere con maggiore serenità. A spiegare questa inversione di tendenza – spiega l’Acri –, una certa “normalizzazione/assuefazione” all’elevato livello dei prezzi, la speranza di una discesa a breve dell’inflazione, combinata alla percezione di essere in grado di fronteggiare le difficoltà.
Lo studio evidenzia un modesto miglioramento del tenore di vita delle famiglie, che torna ai livelli pre-pandemia: scende, infatti, il numero delle famiglie rispetto al 2022 e diminuisce anche l’insoddisfazione (dal 17% al 14%). Solo per quanto riguarda la situazione italiana in generale non si osserva questo minore pessimismo: i dati rimangono in linea col 2022.
La percezione dell’aumento dei prezzi a causa dell’inflazione mantiene elevato il livello di preoccupazione della popolazione circa l’impatto sul proprio bilancio familiare; circa un terzo degli italiani si dichiara molto preoccupati. Ma nel frattempo ha adottato strategie di contenimento che sembrano risultare efficaci, dalla ricerca di offerte, all’apertura a nuovi prodotti e all’acquisto online.
A livello finanziario, si nota una crescita della propensione verso strumenti più sicuri, a scapito dell’immobilismo e della liquidità, certamente legata sia all’inflazione, sia ai maggiori rendimenti che offrono molti intermediari e i titoli di stato. Questo in un quadro, comunque, di incertezza verso regole e controlli, che penalizza gli strumenti più a rischio.
I più giovani lamentano una bassa competenza finanziaria, una limitata autonomia gestionale e sono molto interessati ad approfondire i temi. La sfida – incalza l’Acri – è quindi culturale e educativa, perché ambiscono a una autonomia che raggiungono solo tardi e a fatica.
In questo scenario incerto, si indebolisce la fiducia nell’Unione Europea e nell’euro, a causa della politica dei tassi di interessi della Bce per contrastare l’inflazione: ha messo in difficoltà molte famiglie e imprese che si sono trovate a pagare interessi più alti su mutui, prestiti, e finanziamenti.
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