Ultime notizie

20 Aprile 2020

Mutui in ripresa a inizio 2020, ma ora rischio effetto lockdown

di G.I.

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Il mercato dei mutui è oggi di fatto congelato a causa del lockdown disposto per contenere la diffusione della pandemia di Covid-19. Eppure nei primi mesi del 2020 aveva fatto registrare una netta ripresa. Secondo i dati della nuova edizione della Bussola Mutui, il bollettino trimestrale firmato CRIF, nel corso del primo trimestre 2020, i migliori spread di offerta hanno infatti fatto registrare - sia per i mutui a tasso variabile che per i mutui a tasso fisso - una riduzione media di circa 10 punti base. Il mutuo a tasso fisso si è rafforzato ulteriormente. Sul canale online, le preferenze della domanda verso il tasso fisso passano infatti dall’89% nel quarto trimestre 2019 al 92% del totale nel primo trimestre 2020, a conferma della scelta degli italiani di bloccare la rata del proprio mutuo per l’intero periodo di rimborso approfittando di tassi fissi a livelli prossimi ai minimi storici di sempre.

Ancora, il 2020 si era aperto con la ripresa del prezzo/mq degli immobili oggetto di garanzia di mutuo ipotecario, che nel primo trimestre 2020 hanno fatto registrare una crescita del +1,9% rispetto al corrispondente periodo 2019.

Il dato risulta particolarmente interessante se analizzato alla luce delle dinamiche registrate nel corso degli ultimi 8 anni, dove i trend sono stati caratterizzati quasi unicamente dal segno meno e dove il principale incremento rilevato è risultato essere pari ad un contenuto +1,0% rilevato nel corso del primo trimestre 2019.

A trainare la ripresa dei prezzi immobiliari sono stati in particolare i prezzi/mq degli immobili usati, che nel primo trimestre 2020 sono cresciuti del +2,2% rispetto al primo trimestre 2019, mentre i prezzi/mq degli immobili nuovi hanno fatto segnare un +1,9%.

Approfondendo il trend dei prezzi/mq sul primo trimestre 2020 a livello geografico, la ripresa maggiore si registra nel Nord Est, con un +4,2% rispetto al primo trimestre 2019, mentre nelle aree geografiche Sud e Isole e Centro la crescita si attesta rispettivamente al +1,6% e +0,9%; l’area Nord Ovest evidenzia invece dinamiche ancora di contrazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, registrando un -2,0%.

In ripresa, nel corso dei primi due mesi del 2020, anche la domanda con finalità surroga iniziata nella seconda metà del 2019.

Prima dell’esplosione della pandemia, che nelle ultime settimane ha di fatto bloccato i piani di investimento degli italiani, la nuova forte riduzione degli indici IRS registrata all’inizio del 2020 - con diverse scadenze degli indici IRS che hanno raggiunto per la prima volta livelli negativi nei primi due mesi dell’anno – aveva risvegliato l’interesse per la rottamazione dei vecchi mutui.

Stefano Magnolfi, Executive Director CRIF Real Estate Service:“Dopo questa prima fase di emergenza, già il calo della fiducia derivante da un pervasivo clima di incertezza su tutti gli aspetti dell’economia futura ha portato alla sospensione delle decisioni di investimento e, quindi, ad una riduzione consistente delle compravendite che si dovrebbe protrarre fino a quando non si avrà una più netta percezione dell’evoluzione della crisi. Nel I trimestre dell’anno gli investimenti immobiliari effettuati da investitori istituzionali in Italia sono calati quasi del 30% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (anche se con differenziazioni sensibili tra i vari comparti e localizzazioni) a sottolineare la battuta di arresto del mercato. La sospensione delle decisioni di investimento e quindi un allentamento della domanda potrà avere un qualche impatto anche sui prezzi che, però, data la caratteristica resilienza del mercato residenziale italiano, non dovrebbe comportare severe compressioni deflattive. A livello complessivo non si è registrata una salda e diffusa ripresa dei prezzi post-crisi del 2008 e non ci si attendono impatti negativi significativi sul comparto residenziale – meno volatile rispetto a quello d’impresa - anche se potranno esservi differenze in base alle caratteristiche tipologiche degli immobili. Alcuni operatori immaginano, ad esempio, potenzialmente meno interesse per le case oggetto di affitti brevi in destinazioni turistiche (come gli appartamenti nei centri delle città d’arte) a fronte di un possibile rinnovato interesse per le case di villeggiatura o, magari, per le abitazioni in locazione di lungo periodo".

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: IGD: crescita sostenibile al cent