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Il piano del Governo Renzi per risolvere alcuni dei problemi strutturali del sistema bancario nazionale inizia a prendere corpo con il lancio da parte di Quaestio Capital Management Sgr di un fondo alternativo destinato a operare come la soluzione di sistema più volte auspicata nelle ultime settimane.
Il fondo denominato Atlante dovrà agire come uno scudo capace di risolvere alla radice il problema dei crediti deteriorati delle banche italiane e in grado di intervenire anche come garante di ultima istanza (back stop facility) negli aumenti di capitale, a partire da quelli da oltre 1 miliardo di euro di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Già il nome infatti rimanda alla mitologia greca: il titano Atlante venne condannato da Zeus a reggere l’intera volta celeste.
Il lancio dello strumento è stato ufficializzato in seguito a una riunione plenaria tenutasi nel tardo pomeriggio dell’11 aprile al ministero dell'Economia, cui hanno preso parte il ministro Pier Carlo Padoan e i vertici delle principali banche, delle assicurazioni, degli enti di previdenza e delle fondazioni.
La riunione ha portato alla messa a punto della struttura operativa del fondo Atlante, che sarà gestito da Quaestio, società di gestione del risparmio con circa 10 miliardi di attivi in gestione presieduta dall'economista Alessandro Penati e partecipata dalla Fondazione Cariplo guidata da Giuseppe Guzzetti (37,65%), Locke Srl (22%), Cassa di Previdenza dei Geometri (18%), Direzione Generale Opere Don Bosco (15,60%) e Fondazione Cr Forlì (6,75%). Il fondo, secondo un partecipante all'incontro al ministero dell'Economia citato dal Wall Street Journal, è previsto abbia una dotazione finanziaria di almeno 5 miliardi di euro, da raccogliere tra gli investitori che hanno già manifestato l'interesse a sottoscrivere le quote.
"A seguito di incontri nella giornata odierna (ieri, ndr) con un vasto numero di investitori istituzionali, banche, assicurazioni, fondazioni bancarie e Cassa Depositi e Prestiti, Quaestio ha raggiunto un importante numero di adesioni per lanciare il fondo Atlante", si legge in una nota senza fornire ulteriori dettagli sulle possibili sottoscrizioni.
Secondo la stampa dei circa 5 miliardi che saranno raccolti, una tranche da 500 milioni dovrebbe essere sottoscritta dalle fondazioni di origine bancaria, mentre le banche, con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi Banca come capofila e la partecipazione anche di altri istituti, dovrebbero aderire per un importo complessivo di 2,5/3 miliardi. Una tranche da 400/300 milioni dovrebbe essere della Cdp e la quota restante dovrebbe essere riservata alle compagnie assicurative e agli enti previdenziali.
Il fondo ha finalità ben precise come "assicurare il successo degli aumenti di capitale richiesti dall’Autorità di Vigilanza a banche che oggi si trovano a fronteggiare oggettive difficoltà di mercato, agendo da back stop facility", ossia da garante di ultima istanza. Altra finalità è risolvere il problema delle sofferenze, che secondo Bankitalia hanno raggiunto a febbraio uno stock lordo di 196 miliardi.
L'ammontare di sofferenze che potranno essere deconsolidate dai bilanci bancari - sottolinea Quaestio - sarà di gran lunga superiore a quelle acquistate dal Fondo, in quanto Atlante concentrerà i propri investimenti sulla tranche junior di veicoli di cartolarizzazione, potendo far leva su quelle a maggior seniority per le quali c’è un manifesto interesse da parte degli investitori.
Il fondo Atlante si pone l'obiettivo di eliminare l'elevato sconto al quale il mercato valuta le istituzioni finanziarie italiane per via dello stock di sofferenze quadruplicato dal 2007 a causa della severità della recessione, dei tempi lunghi di recupero dei crediti molto al di sopra della media europea, dei massicci aumenti di capitale richiesti dalle svalutazioni, dell'incertezza circa la capacità di alcuni istituti di completare con successo gli aumenti richiesti dall’Autorità di Vigilanza.
Per quanto riguarda il rendimento, non sembra che il veicolo si ponga finalità profit. Atlante infatti "vuole generare benefici non solo per gli investitori nel Fondo, offrendo rendimenti interessanti alla luce dell'attuale scenario dei tassi, nonché' la possibilità di avvantaggiarsi del possibile incremento di valore dei titoli bancari e della ripresa in atto del mercato immobiliare; ma, indirettamente, anche per tutti i risparmiatori, contribuendo a ridurre il premio per il rischio che attualmente penalizza gli strumenti finanziari degli emittenti italiani". Inoltre, il Fondo "permette alle banche di deconsolidare uno stock importante di sofferenze, in tempi significativamente più brevi rispetto a quelli attualmente previsti dal mercato, contribuendo a liberare risorse per nuovi impieghi alle famiglie e alle imprese".
Soddisfazione è stata ovviamente espressa dall’Esecutivo, che ha così trovato una risposta positiva alla sua richiesta di trovare una soluzione sistemica ai problemi del sistema bancario da "un ampio numero di banche, assicurazioni e investitori istituzionali".
Il premier Matteo Renzi ha non solo apprezzato che operatori privati si siano fatti promotori di un'operazione di sistema, ma ha anche annunciato nuove misure per la riduzione dei tempi di recupero dei crediti: "Questa operazione privata è utile", ha sottolineato il Presidente del Consiglio. "In Italia esiste un mercato attivo e responsabile che sta affrontando i problemi con risorse proprie, senza chiedere soldi pubblici. Il Governo ha già fatto molto per ristrutturare un settore dal quale ci aspettiamo adeguato sostegno alla ripresa economica in termini di maggior credito alle famiglie e alle imprese. Nei prossimi giorni renderemo più semplici e più veloci le procedure di recupero in modo che chiunque vanti un credito possa avere fiducia di recuperarlo in tempi ragionevoli".
Inoltre per Padoan, "il fondo è uno strumento che potrà contribuire a completare il processo di rafforzamento della solidità patrimoniale delle banche italiane e ad accrescere il mercato dei crediti in sofferenza".
In una nota il Governo ha ricordato gli interventi effettuati per rimuovere gli ostacoli al buon funzionamento del settore bancario tramite la promozione del consolidamento e di una più moderna governance (riforma delle banche popolari, protocollo d'intesa con le fondazioni di origine bancaria, riforma delle banche di credito cooperativo), nonché le iniziative sulle procedure giudiziarie e recentemente la garanzia per la cartolarizzazione di crediti in sofferenza.
"Nei prossimi giorni il Governo completerà il quadro delle misure che renderanno più semplici e veloci le procedure concorsuali e quelle di recupero dei crediti in modo da ridurre e rendere più prevedibili e rapidi i tempi di rientro. L'adeguamento ai migliori standard internazionali delle procedure concorsuali e fallimentari aiuterà a gestire meglio le crisi aziendali nell'interesse di tutti gli stakeholder", ha infine sottolineato l'Esecutivo.
Intanto dall’Europa, il vice portavoce della Commissione Ue, Alexander Winterstein, rispondendo ai giornalisti a una domanda sulla costituzione del fondo Atlante, ha dichiarato diplomaticamente che “abbiamo visto i report dei giornali, ma al momento abbiamo solo informazioni preliminari e quindi non possiamo dare alcun giudizio, ma siamo in contatto con le autorità italiane". Per ora, prosegue il portavoce, l'Italia non ha notificato alcuna misura che implica aiuto di Stato e quindi "non può commentare" da questo punto di vista.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: JLL: Q1 2025, 2,7 mld di investimenti capital markets in Italia
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