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5 Aprile 2023

Hines: ecco la nuova piazza Velasca

di F.B.

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Dopo aver concluso il restauro delle facciate e iniziato il restauro degli interni, viene presentata la nuova piazza Velasca, completando il progetto volto a ridare luce a un simbolo di Milano e a trasformarlo in luogo di incontro e di aggregazione sociale.

La piazza, con finalizzazione prevista entro l'inizio del 2024, si propone di dare valore a uno dei simboli dell'architettura italiana con uno spazio arricchito da panchine e da ulivi, magnolie e aree verdi e progettato con una forte vocazione alla sostenibilità ambientale ed efficienza energetica.


Il progetto di rigenerazione di Torre Velasca e della piazza circostante è stato sviluppato con l'obiettivo di ottenere la certificazione internazionale LEED ed è stato realizzato confrontandosi con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano.
 

Mario Abbadessa, senior managing director e country head di Hines in Italia: ”Questa nuova fase del progetto rappresenta un tassello fondamentale nel complesso mosaico del recupero e valorizzazione di Torre Velasca, restituendo alla piazza la sua vera funzione e un ruolo nel tessuto urbano e sociale della città. Come lo studio BBPR nel dopoguerra è stato promotore di una nuova architettura capace di dialogare con il preesistente, noi vogliamo rinnovare questo interscambio con la città, trasformando uno spazio in una destinazione non solo da vedere e visitare, ma anche da vivere con un senso di socialità e condivisione. Torre Velasca stessa tornerà a nuova vita, recuperando e rivitalizzando in modo sostenibile le originarie funzioni d'uso, nel pieno rispetto dei loro elementi caratteristici, e arricchendosi di nuovi spazi aperti al pubblico, come aree business, ristorazione e wellness".

Paolo Asti, architetto: "Nel disegnare piazza Velasca, la mia mano è stata guidata dalla precisa volontà di restituire alla città l'attacco a terra della Torre, reinterpretandone i rapporti con l'immediato intorno. La Torre Velasca è sempre stata un punto di riferimento dello skyline di Milano, tuttavia non faceva parte della vita quotidiana dei milanesi che difficilmente hanno avuto un rapporto diretto, ravvicinato con la propria torre. Il "piede" della Torre è stato sempre vissuto dai cittadini come un "non luogo" che inevitabilmente non ha permesso un giusto rapporto osmotico tra l'edificio e il proprio quartiere. Abbiamo quindi disegnato, uno spazio di rispetto alla Torre stessa, una sorta di "sagrato laico" che nel contempo ne esaltasse gli aspetti dimensionali e architettonici, favorendo il giusto rapporto di intrecci continui con la città. Un luogo di riposo della mente e del cuore ma nello stesso tempo un luogo di identitario, fecondo per la città, con lo sguardo rivolto verso il cielo”.

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