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27 Agosto 2021
Perchè le aziende non falliscono più? Lo spiega un'operazione della GDF
di Maurizio Cannone, direttore Monitor
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Secondo Unioncamere, nel primo semestre del 2021 sono in calo le aziende che chiudono i battenti. Meno anche rispetto al periodo precedente alla pandemia.
Un dato apparentemente inspiegabile che però un’operazione della Guardia di Finanza aiuta a comprendere meglio. Nel caso specifico, un’impresa che utilizza parte del prestito Covid-19 per pagare spese private. Una piccola storia, ma emblematica, comune ad aziende e importi di dimensioni molto più importanti.
Facile quindi ipotizzare se questi prestiti distribuiti a pioggia saranno o no mai restituiti (diventando nuovo debito pubblico), come anche pensare ai fornitori che difficilmente saranno pagati. Un campanello d’allarme per tutte le imprese. Grazie alla Guardia di Finanza per aver trasmesso il comunicato di seguito.
GDF
Imprenditore utilizza parte del prestito COVID-19 garantito dallo stato per pagare i mobili di casa
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, al termine di un’attività di controllo in materia di prestiti COVID-19 coperti da garanzia statale previsti dal decreto-legge n. 23 del 2020 (c.d. “decreto liquidità”), hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – a firma della dott.ssa Angela Fantechi, Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze – nei confronti di un imprenditore originario di Pontedera (PI) ma esercente l’attività di rappresentante di calzature nell’empolese, per l’ipotesi di malversazione ai danni dello Stato per aver utilizzato parte del finanziamento ricevuto non al fine di sostenere l’impresa ma per estinguere un precedente prestito acceso per comprare mobilio per la propria abitazione.
Il decreto è stato emesso a seguito delle indagini svolte dalla Compagnia di Empoli, le quali hanno permesso di appurare che l’imprenditore, a fronte della percezione di € 25.000 a titolo di finanziamento garantito dallo Stato, ne aveva utilizzati 8.000 per finalità non coerenti rispetto a quelle previste dal provvedimento governativo del primo periodo di lockdown.
La normativa emergenziale, infatti, stabilisce che i finanziamenti della specie possano essere concessi a scopo di sostegno alle imprese in crisi a causa della congiuntura pandemica e che le relative somme debbano necessariamente essere destinate a finalità connesse al fabbisogno aziendale. Nel caso specifico, invece, una quota parte del finanziamento era stata utilizzata per estinguere anticipatamente una linea di credito personale accesa dall’imprenditore anni prima per l’acquisto di arredamenti per la propria abitazione.
All’esito degli approfondimenti, svolti nell’ambito delle più ampie attività di analisi e controllo condotte dalla Guardia di Finanza per garantire il corretto impiego delle risorse pubbliche, l’imprenditore è stato deferito per la commissione del reato di cui all’art. 316-bis c.p. (“Malversazione a danno dello Stato”) alla Procura della Repubblica di Firenze, che ha richiesto ed ottenuto dal Tribunale fiorentino un provvedimento di sequestro preventivo del valore di 8.000 euro, pari alle somme distratte, che è stato eseguito cautelando l’intero importo oggetto di malversazione.
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