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Silvia Rovere ha preso le misure. La presidentessa di Assoimmobiliare dopo aver messo in ordine alcune caselle dell’organizzazione (ma c’è ancora da fare), ha mostrato come rappresentare significhi anche scontrarsi con le altre associazioni, se hanno interessi contrapposti ai propri. Degno di nota l’acuto riguardo ai benefici concessi nel Decreto Crescita ai costruttori, a scapito degli investitori istituzionali, primi tra tutti i fondi immobiliari. E vale la pena di leggere qualche riga di una sua dichiarazione:
“Mi riferisco all'articolo 7 sugli incentivi per la valorizzazione edilizia, che introduce una fiscalità agevolata esclusivamente per i costruttori. La norma così formulata potrebbe essere davvero efficace per l'industria immobiliare, ma per come è strutturata non raggiunge i veri destinatari. Chiediamo che a ciò venga posto rimedio al più presto anche al di fuori di questo decreto legge, estendendo l'agevolazione ad altri operatori, quali i fondi immobiliari e le SIIQ, visto che i capitali che oggi servono per rilanciare le nostre città sono di investitori istituzionali che non agiscono in regime di impresa, e verrebbero ingiustamente penalizzati in assenza di una correzione. Come accade nelle economie più avanzate, sono gli investitori istituzionali ad acquisire gli immobili e a gestirne i processi di riqualificazione, le imprese di costruzione vengono coinvolte nella fase di esecuzione dei lavori”.
In sintesi: i costruttori sono dei fornitori, senza gli investitori istituzionali non si muove un mattone.
Una determinazione che questa testata, sempre parca nei riconoscimenti, sente di evidenziare. Non farà piacere ai costruttori dell’Ance, specie della Lombardia che da troppo vivono della luce riflessa degli investitori, ma condividiamo il concetto che siano gli istituzionali a muovere il mercato. E la presa di distanza di Rovere è ancora più opportuna in quanto tra gli stessi costruttori c’è una battaglia in corso: da una parte i grandi coinvolti nel Progetto Italia (Astaldi, Salini Impregilo, CDP, Gavio e altre ancora da definire), dall’altra i piccoli imprenditori che temono di essere messi in ulteriore difficoltà dal nuovo enorme soggetto concorrente. Un frangente, questo, in cui si sente ancor di più la mancanza di una vera guida del settore come fu quella dello scomparso Claudio De Albertis alla guida di Ance.
Il futuro è segnato: da una parte il nuovo grande soggetto di Progetto Italia, dall’altra gli investitori. Il resto è fatto da una nebulosa di servizi, subappalti e consulenze.
E la presa di posizione di Rovere pare degna di un mercato finalmente maturo, nel senso di serietà. Tutto è da verificare nei fatti, ma è già una cosa visti i tempi.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: JLL: Q1 2025, 2,7 mld di investimenti capital markets in Italia
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