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11 Ottobre 2019

Stadio Roma, Ance: forti dubbi su iter, 'pubblico' non è all'altezza

di G.I.

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"Io lo spero e ci continuo a sperare, ma ho forti dubbi. Il problema è delicatissimo perché l'interesse pubblico deve indirizzare la parte privata, ma è il pubblico che deve fare la sua parte". Lo ha detto il presidente dell'Ance Roma Nicolò Rebecchini nel corso di una intervista radiofonica in merito all'iter per la costruzione dello Stadio della Roma a Tor di Valle.

"Mettiamo che il privato fa ciò che è obbligatorio che egli faccia. Nel frattempo il pubblico deve fare la parte di sua competenza: l'implementazione della Roma Ostia e il ponte dei Congressi. Adesso se queste due opere, fondamentali per lo stadio e per la mobilità per un intero quadrante cittadino, non vengono fatte che facciamo, lo stadio lo teniamo chiuso? Ma è il pubblico che le deve fare. Io ritorno sempre su questa proposta di delibera - ha detto ancora - dove sembra che il privato abbia fatto quello che gli è parso e piaciuto, ma la verità è che il pubblico non è riuscito a fare quello che doveva fare. Il Pums presentato recentemente dall'amministrazione comunale prevede ne più e ne meno le cose che sono già nel piano regolatore. Tutte cose già dette, trite e ritrite. La verità è che il pubblico non è all'altezza, non è in grado di svolgere queste cose. Bisogna ripartire con una grossa indicazione del pubblico affinché il privato si muova non solo nella legalità, qua si parla solo di legalità o illegalità, ma secondo una direttiva data dal pubblico che però deve fare la sua parte. Non basta dare le indicazioni perché il privato le sue cose le fa. E' il pubblico che non le fa. Ci deve essere un'idea politica più precisa - ha concluso Rebecchini - dire che Roma deve andare avanti con la rigenerazione urbana è scoprire l'acqua calda".

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