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22 Dicembre 2023

Hospitality, Nomisma per Unicredit: attrattività e sostenibilità contro la crisi

di red

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La congiuntura economica non favorevole, acuita dai recenti conflitti internazionali, ha reso complicata l'operatività per il 62% degli operatori turistici. A fotografare il settore nel 2023 è l'Osservatorio Turismo Nomisma realizzato per conto di UniCredit, secondo cui a condizionare il settore dell’hospitality sono stati in primis l'aumento dei costi energetici (37%) e la crescita generalizzata dei prezzi causata dall'inflazione (15%).

Inoltre, per 4 strutture su 10 la complessità operativa riscontrata nell'ultimo anno è dipesa anche dall'aumento dei tassi di interesse e dalla contrazione della domanda interna. Rilevanti anche gli aspetti relativi al personale: il 14% delle strutture ha riscontrato difficoltà a trovare risorse da assumere, evidenziando un aumento del 6% rispetto a quanto dichiarato un anno fa.

Gli investimenti e le strategie messi in campo dalle strutture ricettive nel biennio 2023-24 vanno nella direzione di aumentare la propria attrattività e di rispondere alle nuove richieste del mercato. In questo contesto, la sostenibilità ambientale è diventata un driver strategico fondamentale per quasi 8 operatori turistici su 10. Molti di loro hanno già intrapreso iniziative in questa direzione: il 72% degli intervistati ha fatto investimenti per la raccolta differenziata, la depurazione dell'acqua, la riduzione dei rifiuti e delle sostanze inquinanti, il 70% si è attivato per ridurre gli sprechi alimentari, il 66% ha adottato azioni di risparmio idrico e (nel 51% dei casi) energetico.

Non solo: le strutture ricettive dichiarano di avere in programma l'attivazione di una serie di attività a favore della sostenibilità ambientale, tanto che il 35% degli intervistati implementerà entro i prossimi 12 mesi azioni di risparmio energetico, il 28% acquisterà materie prime con caratteristiche di sostenibilità o si impegnerà a favorire gli spostamenti green dei loro clienti. Inoltre, 1 operatore su 4 manifesta l'intenzione a selezionare fornitori attenti a queste tematiche.

Il 66% degli operatori, ha dovuto confrontarsi con gli effetti diretti e indiretti che la crisi climatica ha generato sulle attività aziendali e, in risposta all'urgente scenario in evoluzione, hanno ritenuto indispensabile adottare misure proattive per affrontare gli imprevisti atmosferici. In particolare, circa 1 operatore turistico su 2 ha deciso di sottoscrivere una copertura assicurativa per eventi atmosferici.

Tra le altre strategie adottate a favore di una maggiore attrattività, 1 operatore su 4 ha scelto di puntare al rinnovo e all'ammodernamento della struttura, mentre il 23% dei rispondenti ha invece manifestato interesse a investire in impianti per la produzione di energia rinnovabile. Seguono le intenzioni di investimento nell'acquisto di nuove attrezzature (10%) e in attività e strumenti di marketing digitale (8%). Solamente il 18% degli operatori non prevede di fare investimenti nel prossimo futuro. In merito all'offerta, il 41% degli operatori del settore prevede un aumento dei prezzi di listino causato da un lato dai maggiori costi di gestione, dall'altro dalla revisione e/o ampliamento dei servizi offerti ai clienti della struttura.

Un cambio di passo a livello strategico riguarderà anche la revisione dei rapporti con i clienti, con il personale ma anche con gli istituti di credito. A questo proposito, il 30% degli operatori intervistati rivedrà principalmente le condizioni di pagamento consentite ai clienti (7%), mentre il 6% ipotizza il differimento del pagamento delle rate di mutui e prestiti.

L'Osservatorio sul Turismo ha mappato anche gli aspetti che più di altri hanno inciso sull’operatività. Tra i fenomeni maggiormente riscontrati vi è al primo posto la minore capacità di spesa dei turisti (53%), seguita dalla contrazione della domanda interna rispetto al recente passato (49%) e dalla riduzione della permanenza media dei turisti in struttura che, nel 42% dei casi, preferiscono vacanze mediamente più brevi. Oltre a questi fattori, un'altra tendenza rilevante è rappresentata dal cambiamento nella stagionalità dei flussi turistici rispetto all'anno precedente, riscontrato da quasi 4 operatori su 10. Inoltre, il 32% degli intervistati afferma che l'allungamento delle stagioni turistiche sta già avendo o avrà un impatto sull’operatività del loro business.

Anche gli aspetti legati all'offerta enogastronomica occupano un posto rilevante tra i servizi da sviluppare. Le strutture ricettive, infatti, dichiarano di avere in programma progetti che prevedono la possibilità di effettuare degustazioni di prodotti tipici direttamente nella struttura (27%), di acquistare prodotti locali direttamente al proprio interno (24%) ma anche di introdurre l'utilizzo di prodotti BIO (16%).

Infine, dall'Osservatorio sul Turismo Nomisma per UniCredit emerge anche l'interesse nel rispondere alle esigenze di chi viaggia per lavoro. L'offerta di servizi più vicini alle nuove richieste del mercato riguarda anche l'offerta business, con 1 struttura su 5 che prevede nel prossimo triennio di attivare convenzioni con co-working esterni o realizzare aree di coworking nelle aree comuni della struttura ma anche di rendere disponibili in camera postazioni per lo smart working (18%).

Mattia Barchetti, Head of Market Intelligence di Nomisma: "Gli operatori turistici si dimostrano sempre più consapevoli e oculati nella definizione di una strategia di business che sia in grado di far fronte a una situazione macroeconomica sfavorevole e di soddisfare le mutate esigenze del turista. Continuare ad investire per migliorare la propria attrattività rappresenta un fattore discriminante per garantire all'Italia un ruolo da protagonista tra le mete di viaggio. Gli intermediari finanziari saranno fondamentali nel sostenere le aziende della filiera turistica con progetti che siano in grado da un lato di premiare i più abili e dall'altro aiutare coloro che, seppur con difficoltà, saranno in grado di superare questo momento di incertezza".

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